IO SONO IL … SIGNOR IPOGEO

Io sono il signor Ipogeo e sono una cavità naturale di origine carsica. Il mio nome deriva da ipo=sotto, geo=terra. Intorno all’anno 1000 i monaci basiliani, provenienti dalla Grecia e devoti a san Basilio, vennero a vivere nelle mie grotte per potersi riparare dalle intemperie e dagli assalti dei briganti. In più, dato che sorgevano vicino a delle lame, potevano sfruttare l’acqua per la coltivazione e per il commercio. Intorno al 1600 il terreno sopra l’ipogeo venne edificato e fu costruita Villa Damiani. Nella seconda metà dell’800 la masseria venne acquistata dalla famiglia Di Venere: inizialmente hanno costruito un frantoio, poi l’hanno ristrutturata e hanno abbellito il giardino con la voliera, le statue di Renzo e Lucia e altre quattro statue che rappresentano le quattro stagioni: inverno, estate, primavera e autunno. Nel 1917 la villa venne ereditata dalla famiglia Damiani, che lo usò come luogo di villeggiatura, come se fossero delle terme. Venne poi donata alle suore salesiane nel 1994 che ne fecero un centro per sordi.
Il 30 settembre 2023 è venuta a farmi visita la classe 5°dell’Istituto Beata Maria De Mattias, accompagnata dalla Protezione Civile e dalla dottoressa Sabrina Leo: che emozione! Finalmente, dopo tanti anni in cui sono stato chiuso, qualcuno è venuto a trovarmi! Sono molto grato alla Protezione Civile e alla regione Puglia che hanno contribuito a rendermi di nuovo accessibile al pubblico e che stamattina hanno portato da me questi vivacissimi e sorridenti bambini.
Per entrare nelle mie grotte, gli alunni hanno sorpassato un arco, con sopra lo stemma della famiglia Damiani. Si sono trovati in un corridoio a tunnel che collega i vari ambienti; sul pavimento sono ancora presenti qua e là utensili del presepe vivente che fino a qualche anno fa veniva allestito nelle mie stanze. Dopo l’ingresso, andando a sinistra, i bambini sono arrivati ad un pianerottolo che dà la possibilità di accedere sia alla stanza del camino, sia alle scale che mi collegano in modo diretto con le stanze di Villa Damiani: i bambini ne erano incuriositi, ma al momento sono traballanti e in fase di manutenzione, non è possibile l’accesso. Non posso mettere in pericolo i miei nuovi amici! Sulle pareti ci sono ancora decorazioni colorate risalenti ai monaci basiliani; c’è anche la feritoia a strombo, cioè una finestra che serviva a chi stava dentro per guardare chi c’era fuori senza essere visto, e che era utile anche per il passaggio dell’aria. Alla mia sinistra si trova un muro di nome topagna. Infine, hanno percorso il criptoportico sulle cui pareti sono evidenti i solchi che testimoniano il passaggio dell’acqua, e si sono diretti verso un’altra zona.
I bambini sono poi arrivati al corridoio che dà accesso alle mie piscine. Durante il percorso hanno potuto vedere il forno a legna scavato nella roccia utilizzato in passato per cuocere tante buone pietanze, ed anche le stalle con le lastre di pietra usate per legare gli animali, e piccole nicchie dentro cui venivano messe delle candele per illuminare l’ambiente. Al mio interno è anche conservato il torchio alla genovese con il pozzetto antistante, e i fiscoli per la spremitura usati per la separazione dell’olio dalla sansa. Uno dei vecchi proprietari di Villa Damiani, Antonio Di Venere, trasferì poi le mie macine dove si appoggiavano le olive in un altro frantoio di proprietà della famiglia. I bambini hanno anche potuto osservare che sul soffitto sono presenti dei fori che avevano sia la funzione di sfiatatoi per l’areazione sia di discesa per le olive.
Proseguendo, i bambini sono finalmente arrivati alle piscine che si trovano nell’area più grande della grotta. Un tempo erano utilizzate come riserve d’acqua, sfruttando la naturale pendenza della grotta. La famiglia Damiani ebbe l’idea di utilizzare le tre vasche come piscine e ripulì e abbellì l’area decorando le pareti con carte da parati; i proprietari posero al centro delle vasche una colonna che aveva la funzione di nascondere un tubo necessario a riempire la piscina, e anche quella di fare da piedistallo alla statua di Venere. Erano presenti, inoltre, specchi ad ornamento delle pareti e chiancarelle sul pavimento. Nell’ultima vasca, prima dell’uscita, è ora presente una macina di legno, riproduzione dell’antico sistema di molitura delle olive. Sui muri ci sono fossili di conchiglie incastrati nella pietra. Infine, una scalinata accarezzata dalla vegetazione accompagna all’uscita: salendo i gradini, i bambini sono tornati all’esterno, sbucando nel giardino della villa.
Che bella mattinata! I bambini hanno appena terminato la visita nelle mie grotte: erano contenti ed entusiasti. Erano interessati soprattutto agli oggetti e ad alcuni ambienti ancora conservati e presenti nelle mie stanze: torchio, ruota, piscine. Sono molto felice, si sono comportati davvero bene, erano curiosi e hanno fatto molte domande su di me: mi sono sentito una star. Alcuni avevano paura degli insetti, molti altri erano curiosi e altri ancora, esplorandomi, hanno provato un forte senso di avventura. Mi hanno trattato bene, anche se hanno buttato qualche carta per terra mentre facevano merenda; poi, fortunatamente le hanno subito raccolte: ho capito fin dal primo momento che sono bambini rispettosi e responsabili dell’ambiente che li circonda. Ho visto anche che hanno preso tanti appunti e hanno scritto molte informazioni su di me sui loro quadernetti: spero davvero che i prossimi visitatori siano attenti, curiosi e bravi come loro! Arrivederci, classe 5° dell’Istituto De Mattias: è stato un piacere ospitarvi, e vi ringrazio infinitamente per la visita. Oggi avete scoperto che anche nel vostro territorio, vicinissimi a voi, ci sono luoghi di grande valore artistico e patrimoniale che vale la pena scoprire e ammirare. Raccontate di me alle vostre famiglie, ai vostri amici, ai vostri vicini, alle persone che conoscete. A presto!

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